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Pablo Picasso, Guernica, 1937. Olio su tela, 354x782 cm. Madrid, Museo d'Arte Moderna Reina Sofia Pablo Picasso, Guernica, 1937. Olio su tela, 354x782 cm. Madrid, Museo d'Arte Moderna Reina Sofia

Volgiamo lo sguardo verso l’arte e leggiamo un’opera come se fosse un libro: LA GUERNICA

LA GUERNICA

Di Claudia Belli, Sant Ilario d’Enza 4 agosto 2021 - Una delle opere più importanti e significative dell’artista spagnolo Pablo Picasso (Malaga, Spagna 25 ottobre 1881- Mougins, Francia 8 aprile 1973), che ben rappresentò il Cubismo, il Dadaismo e l’Espressionismo nei vari periodi che contraddistinsero la sua versatilità artistica e il suo talento visionario.

La Guernica nasce da una richiesta del Governo Repubblicano che commissionò all’artista un dipinto che rappresentasse la Spagna nell'esposizione mondiale di Parigi del 1937. Picasso era già famoso nel mondo e direttore del Museo del Prado di Madrid con uno stipendio di 15mila pesetas all'anno.

I 27 m² di tela in iuta grezza, vennero portati nel suo studio in Rue des Grands Augustins a Parigi. L'opera, creata per commemorare le vittime del bombardamento aereo dell'omonima città basca, venne terminata a fine giugno, appena in tempo per l'Esposizione Internazionale.

Storia

Il 26 aprile 1937, gli aerei tedeschi, in appoggio al generale Franco contro il governo legittimo repubblicano di Spagna, rasero al suolo con un bombardamento, la cittadina basca di Guernica. L'attacco fu opera della Legione Condor, corpo volontario composto da elementi dell'armata aerea tedesca Luftwaffe con il supporto della Aviazione Legionaria, unità volontaria e non ufficiale della Regia Aeronautica italiana, in una terrificante dimostrazione di forza contro la popolazione civile. È storicamente accertato che la distruzione della città fu causata dal bombardamento italo-tedesco, mentre la tesi riportata dai franchisti, di essere stata provocata da miliziani anarchici in ritirata, è stata abbondantemente smentita nel corso degli anni.

Leggiamo la Guernica

L'ordine con cui deve essere letta l'opera è da destra a sinistra, poiché il lato destro era vicino all'entrata del padiglione della Repubblica Spagnola all'Esposizione internazionale di Parigi. È un dipinto di protesta contro la violenza e la guerra. A sinistra, un toro (simbolo della Spagna) apre la composizione, sotto i suoi occhi campeggia una tragica “pietà”: una madre urla al cielo il proprio strazio mentre sostiene il corpo senza vita del figlioletto. È l’emblema dell’irrazionalità della guerra; anche la scena successiva è dominata da un urlo, quello del lacerante nitrito del cavallo ferito, che trasmette orrore e pietà. I suoi occhi, stravolti fino quasi alla follia, sono illuminati dalla lampada domestica che scende dal soffitto e dal lume sorretto dalla donna che si sporge dalla finestra per chiedere aiuto. L’intera scena è simbolo del popolo colpito. Un caduto in primo piano, ricorda una statua spezzata. Esprime simbolicamente la sconfitta dell’uomo, e la visione simultanea degli occhi su un piano solo, rende drammatico il suo viso, ma vicino alla sua mano sorge un fiore: forse è la speranza in un riscatto dell’uomo. Il racconto della tragedia della violenza e della distruzione, è chiuso dall’ultima scena, a destra. In essa una donna fugge con le braccia alzate e urla la sua disperazione sotto il crollo della propria casa in fiamme. Con una scelta rivoluzionaria e provocatoria insieme, Pablo Picasso ha scelto per questa tela il “non colore”, servendosi esclusivamente del bianco, del nero e del grigio (variando in realtà i toni fino all’avorio rosato e al grigio aurorale), che nella loro sapiente alternanza conferiscono alla tela la drammaticità delle atmosfere di dolore e di morte.

L’impatto visivo è immediato, grazie alle forme piatte come quelle di un manifesto e lo spazio compresso: un chiaro riferimento alla stagione cubista.

Guernica è una vera e propria allegoria del dolore umano. Testimonia la partecipazione di Picasso alle tragedie dell’umanità, di fronte alle quali, egli affermò: «Gli artisti non possono e non devono restare indifferenti».

L’esposizione della grande tela, suscitò vastissima eco per l’attualità dei contenuti e per il mezzo comunicativo scelto dall’artista: un linguaggio tra cubismo e surrealismo che frantuma e sconvolge la forma, lasciandola però intelligibile.

Note di curiosità:

Hildebrand Gurlitt era il ladro d'arte del regime nazista, colui che cominciò la razzia di opere nei musei dei territori occupati e nelle case di collezionisti e ebrei. Capolavori destinati a occupare gli spazi di quello che Hitler immaginava come il Louvre di Linz e di Carinhall, la residenza privata di Goering, l’altro grande protagonista del saccheggio dell’Europa. Si calcola che le opere sequestrate nei Musei tedeschi siano state oltre 16.000 e oltre 5 milioni in tutta Europa.

Picasso e l'aneddoto su Guernica

Quando l’ambasciatore tedesco Otto Abetz chiese a Pablo Picasso se fosse stato lui a realizzare quell'orrore, il pittore rispose “No, siete stati voi”. Visitate il Reina Sofia di Madrid, un museo che di opere bellissime ne ha davvero tante, e ripassate davanti al Guernica verso l’ora di chiusura. Solo allora potrete veramente gustarvi il capolavoro del Maestro.

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Dida foto (Pablo Picasso, Guernica, 1937. Olio su tela, 354x782 cm. Madrid, Museo d'Arte Moderna Reina Sofia)

Claudia Belli, artista residente a S. Ilario d’Enza (RE), è pittrice e poetessa, arti diverse tra le quali si divide con la stessa passione e la stessa professionalità, seguendo la propria ispirazione. Ha esposto i suoi dipinti a Parma, Reggio Emilia, Napoli, Roma, a Barcellona e in altre città, mentre alcune sue poesie e le sue fiabe sono state pubblicate in alcune antologie che raccolgono versi dei più promettenti autori italiani. Claudia Belli è anche abile organizzatrice di eventi culturali, nei quali alla pittura e alla poesia affianca con naturalezza altre arti come il disegno, il mosaico, la fotografia, la musica e perfino l’opera lirica, chiamando attorno a sé quelli che ritiene i migliori esponenti di ogni singola forma d’arte, e ottenendo sempre grande successo di pubblico. Da alcuni anni cura le rubriche Il senso delle parole e La Rubrica Del cuore sul mensile Gazzettino Santilariese. Hanno scritto di lei alcuni critici,  tra loro riportiamo un pensiero del giornalista culturale Paolo Borgognone: “Claudia Belli crea immagini altrettanto efficaci sia con il pennello, sia con i suoi versi, suscitando emozioni paragonabili a quelle che i registi più visionari e poetici sanno risvegliare con il loro cinema”.
@ClaudiaBelliArte
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